Viaggiare in 7 grazie a workaway

Come sapete, abbiamo già fatto varie volte i volontari viaggiando ma siamo appena tornati dal nostro primo viaggio organizzato tramite workaway. Sono quasi 4 anni che siamo host su questa piattaforma e recentemente abbiamo creato un account anche come workawayers. Direi che l’esperienza è stata più che positiva. Come anticipato, siamo stati in Marocco e più precisamente presso una famiglia franco-marocchina che vive a 20 km da Marrakech. Loro sono Karine, Ahmed e i loro gemelli di 12 anni Nayla e Ilyan. Hanno anche loro 5 figli ma 3 sono già grandi e vivono per conto loro. Un anno e mezzo fa hanno fatto tutti insieme un giro del mondo un pò particolare. Sono andati a conoscere 12 villaggi sparsi per il globo che per scelta o per obbligo hanno costruito il proprio futuro privilegiando l’autonomia. Lo sviluppo delle economie occidentali, sempre più tecniche, ha causato una super specializzazione delle competenze e questo ha portato alla perdita dei saperi essenziali, così nessuno sa più prodursi il proprio cibo, curarsi o costruirsi la casa. Per questo hanno deciso di passare un mese in ognuno di questi villaggi e hanno riscoperto la vera autonomia, molti antichi saperi e il rispetto dell’ambiente. Ovviamente il primissimo villaggio a cui si sono ispirati è stato Tizi N’oucheg di cui vi ho raccontato nello scorso post.

Per tornare alla nostra esperienza, è stato anche il nostro primo viaggio fatto zaino in spalla, 7 zaini e nessun bagaglio imbarcato, solo il  minimo indispensabile! Siamo partiti domenica 26 novembre da Malpensa dopo una bella alzataccia visto che il nostro volo era alle 6.40 di mattina. Siamo arrivati a Marrakech dopo 3 ore e all’aeroporto abbiamo trovato Karine ad aspettarci. Ci ha domandato se ci interessava passare la giornata a visitare la città, a noi non dispiaceva l’idea e quindi ci siamo fatti spiegare bene che autobus prendere sia per andare verso il centro che poi per raggiungere la sua casa. Lei ha caricato i nostri bagagli e ci siamo salutati.

Anche se, dopo 7 anni di Brasile, ci siamo abituati alle città caotiche, l’impatto con Marrakech, forse anche per la stanchezza, non è stato dei più facili. Meno male che ci abbiamo passato anche gli ultimi 2 giorni del nostro soggiorno altrimenti non avremmo avuto un così bel ricordo. Marrakech è una città brulicante, piena di barracchette, di negozietti, di venditori ambulanti… Tutti vogliono vendere, tutti vogliono sapere da dove arrivi, nelle aree pedonali sfrecciano bici e motorini. Insomma, non è proprio una città rilassante, soprattutto in 7. Verso le 16, stanchi morti, abbiamo deciso di riprendere l’autobus per raggiungere la casa dei nostri host. Quest’ultima si trova in corrispondenza del km 20 della Route Ourika, strada che porta verso la catena montuosa dell’Alto Atlante. Dopo essere scesi dall’autobus, bisogna attraversare la strada, un bel pericolo visto che in Marocco ci sono pochissime strisce pedonali e nessuno si ferma ma nemmeno rallenta alla vista di un pedone, per poi percorrere 2,5 km a piedi in mezzo ai campi. A questo punto abbiamo fatto la doccia più bella della nostra vita!

I giorni di lavoro da Karine e Ahmed sono stati molto piacevoli, si lavorava la mattina nell’uliveto, hanno 350 ulivi, si pranzava tutti insieme e il pomeriggio si passeggiava, i nostri bimbi e i loro giocavano tutti insieme o si godevano la piscina. Anche la colazione e la cena venivano fatte assieme a loro. Avevamo a disposizione due camere mentre il bagno era condiviso con altre persone, essendo la loro casa molto frequentata. Uno dei lavori più strani che abbiamo fatto è stata proprio la raccolta delle olive! Strana perché viene fatta in modo molto diverso rispetto a come la facciamo in Italia: raccolgono le olive una ad una! In questo modo, il lavoro è molto lento ma, secondo loro, evita di rovinare i frutti. Ci hanno detto che in Marocco tutti raccolgono in questo modo anche se curiosando nei dintorni abbiamo visto altri uliveti in cui la raccolta veniva fatta proprio come in Italia, stendendo teli sotto gli alberi. Un altro lavoro un pò strano è stato quello di raccogliere i rami potati… con le olive ancora attaccate.

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Abbiamo lavorato fino a giovedì visto che venerdì e sabato eravamo attesi nel villaggio di Tizi N’oucheg. Domenica, abbiamo aiutato tutto il giorno a raccogliere le olive con altri volontari.

Lunedì e martedì invece ci siamo rilassati a Marrakech e abbiamo visitato meglio la città che questa volta abbiamo apprezzata molto di più!

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Questo viaggio ci è decisamente piaciuto molto. Fare i volontari presso una famiglia del luogo arricchisce moltissimo, si riescono a cogliere molti aspetti della vita quotidiana, si riesce a capire meglio la mentalità e i modi di fare del paese. È un modo di viaggiare che consiglio a tutti, certo con una famiglia numerosa non sempre è facile trovare chi ti possa accogliere ma noi abbiamo sempre trovato ! I posti in cui siamo andati e le persone che ci hanno accolti li portiamo davvero nel cuore! Inoltre, anche chi ha un budget limitato come noi riesce a fare dei viaggi che altrimenti non potrebbe fare.

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Due giorni a Tizi N’oucheg, il villaggio berbero che resiste.

Siamo appena tornati da un viaggio in Marocco in cui, grazie a workaway, abbiamo aiutato una famiglia nella raccolta delle olive. Di questo vi racconterò nel prossimo post. Volevo prima scrivere di un’esperienza incredibile che abbiamo fatto in un villaggio berbero che si trova a 60 km da Marrakech, a 1600 m di altitudine, nella catena montuosa dell’Alto Atlante: Tizi N’oucheg. Ci tengo molto a raccontavi quest’esperienza perché questo paese riesce a resistere grazie ai suoi abitanti ma anche grazie ai fondi che arrivano dall’alloggio in cui abbiamo dormito, il Gîte Tizi N’Oucheg di cui vi lascio il contatto tramite la pagina facebook https://www.facebook.com/GITE-TIZI-Noucheg-852424628109530/  Se vi dovesse interessare andarci, non esitate a contattarmi, vi darò tutte le informazioni necessarie per arrivarci. Le camere sono spartane e il bagno è in comune ma si incontrano bellissime persone, si mangia tutti insieme, molti cibi sono prodotti dagli abitanti di Tizi e ci sono fantastiche passeggiate da fare.

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Siamo partiti venerdì mattina e abbiamo preso due autobus per arrivare ai piedi della montagna. Da lì ci siamo messi in cammino per arrivare fino a Tizi. La camminata doveva durare circa un’ora e mezza ma noi ovviamente ci abbiamo messo di più. Sofia però è riuscita a camminare fino a su senza l’aiuto di nessuno!

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Arrivati a destinazione, dopo essere stati accolti con un delizioso tè berbero a base di timo selvatico e un pranzo che avrebbe potuto sfamare un esercito,  abbiamo conosciuto Rachid Mandili, presidente dell’associazione per lo sviluppo di Tizi N’Oucheg, che ci ha raccontato la sua storia e quella del suo paese.

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Tutto è iniziato nel 2011, quando lui e altri abitanti si sono resi conto che la mancanza di infrastrutture e di sviluppo stavano spingendo la popolazione a migrare verso le città. Vi sto parlando di un piccolo paese con problemi reali, che non aveva né elettricità, né acqua corrente e nemmeno una strada di accesso. Così Rachid e gli altri abitanti del paese si sono riuniti per capire di cosa necessitava Tizi affinché la sua popolazione potesse decidere di rimanere.

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Da quel giorno, molto è stato fatto e molti sono ancora i progetti. Per l’acqua potabile, avevano una sorgente a 2500 metri di distanza, grazie a un tubo e dei lavori, gli uomini del villaggio hanno potuto scavare e collegare la sorgente a una cisterna in cui viene accumulata l’acqua. Da lì poi viene distribuita nelle varie case. Soffrendo degli effetti dei cambiamenti climatici, hanno creato anche un sistema di raccolta e depurazione delle acque chiare che così vengono utilizzate per irrigare i campi. È stata costruita una moschea, tutti hanno la corrente elettrica e c’è una strada che arriva fino al villaggio. Un’altra delle preoccupazioni degli abitanti era l’educazione ma recentemente è stato festeggiato l’arrivo del primo studente di Tizi all’università. Per studiare, i ragazzi devono scendere nel paese sottostante, cioè fare quella camminata di un’ora e mezza di cui vi parlavo sopra. Per i più fortunati, ora c’è l’internato e anche una casa affittata, così da non dover fare su e giù ogni giorno. Si stanno cercando altri fondi per poter permettere ad altri ragazzi di evitare questa fatica. Per chi capisce il francese lascio il link di un bellissimo film girato su Tizi, i suoi problemi e le sue soluzioni http://www.universcience.tv/video-berberes-des-cimes-17510.html

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La cosa più sorprendente è che il paese ha fatto tutto questo senza nessun finanziamento dello stato marocchino, i fondi sono arrivati da benefattori, da visitatori, dall’alloggio in cui siamo stati accolti e dagli abitanti stessi. Rachid dice che il segreto non è altro che la loro volontà di sviluppare il proprio villaggio e di migliorare le loro condizioni di vita, con le proprie forze.

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Direi che sono proprio la prova vivente che volere è potere!

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Unschooling e volontariato, parte seconda

Vi ricordate il mio post dello scorso maggio? Pensate, Marcos è ancora qui da noi e da un paio di settimane ci ha raggiunti anche Ezyê, la sua compagna. Vivere con loro è un’esperienza incredibile! Stiamo imparando tantissime cose, anche Zy è piena di vita, di entusiasmo e di energia. Ognuno dei bimbi ha avuto la possibilità di passare qualche ora con lei per imparare a fare foto, lei è una fotografa professionista, ha lavorato per il giornale più importante di São Paulo e per molte ditte importanti, quindi questo è davvero un grandissimo privilegio. Se volete dare un’occhiata al suo lavoro, entrate nella loro pagina facebook Singular Escape e potrete rendervi conto del talento che ha https://www.facebook.com/singularescape/. Tutte le foto di questo post, a parte le prime due, sono sue.

Il grande appassionato rimane sempre Tommaso ed è lui che passa più tempo con lei assorbendo tutto quello che può ma anche gli altri stanno imparando molto. In questi ultimi giorni, stanno facendo foto della Via Lattea e foto notturne con la tecnica del light painting. Ecco due foto che Tommaso ha fatto col suo aiuto:

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Alice sta imparando a fotografare le sue creazioni e Marcos la aiuterà a vendere quello che fa su internet.

Con entrambi stiamo anche facendo lezioni di circo e di meditazione.

Zy aiuta le bimbe a fare dolci, sta tagliando i capelli a tutti e con l’occasione stiamo imparando anche noi a tagliare i capelli. Questo, grazie a lei, è un altro bel traguardo verso l’autosufficienza.

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Ci stiamo divertendo davvero molto, siamo andati a Pettenasco, sul Lago d’Orta, insieme a loro, noi abbiamo dormito in camper e loro in tenda… È stata una giornata bellissima e presto faremo qualche altra gita, stiamo solo aspettando che passi il ferragosto visto che non ci piace la ressa.

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Insomma, per concludere, quest’esperienza di vita comunitaria è una delle più forti e arricchenti che abbiamo vissuto, Marcos e Ezyê non stanno facendo parte della nostra famiglia solo per questi mesi, ne faranno parte per sempre e sono sicura che stanno lasciando un segno indelebile nelle vite dei nostri figli… Non stanno semplicemente insegnando, stanno dimostrando col loro esempio che “volere è potere”! ❤

Quanto poco può costare vivere e viaggiare in 7!

Sento molte persone che non viaggiano perché non se lo possono permettere, molte altre rimangono stupite che una famiglia grande come la nostra, che oltretutto ha fatto la scelta di vivere con uno stipendio ridotto, possa viaggiare. Come sapete, abbiamo vissuto vari mesi “senza lavorare”, o meglio senza stipendio. Durante il nostro viaggio in camper e nei mesi in cui abbiamo vissuto nel Lazio, vivevamo solo grazie all’affitto che ci arriva dal Brasile e facendo i volontari in cambio di generi alimentari.

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Si viveva con 1000 euro al mese in 7! Com’è possibile? È possibile perché abbiamo ridotto al minimo i nostri bisogni. Ci vestiamo di seconda mano, ricicliamo molte cose che altri regalano o buttano, scambiamo prima di comprare… Noi abbiamo dovuto re-imparare moltissime cose, già per i bimbi è tutto più normale. Per esempio, Tommaso ha un ottimo computer portatile che è riuscito a scambiare con una bici da corsa che aveva ricevuto da un signore che non la usava… Grazie a quello, porta avanti la sua passione per la fotografia e sta imparando con Marcos (https://sevenontheroadblog.wordpress.com/2017/05/19/unschooling-e-volontariato/ ) a fare anche video mettendo in sequenza le foto.

Nonostante le poche risorse che abbiamo, riusciamo a mangiare 100% bio! Non bio certificato, ma bio del piccolo contadino, della piccola azienda, di produttori di Genuino Clandestino… Sicuramente, ci vuole un pò di tempo per trovare i posti dove comprare i prodotti ma non è così difficile! Per farvi degli esempi, tutto l’inverno abbiamo comprato clementine e arance di un ragazzo calabrese, ci costavano 1,50 euro al kg compresa la spedizione, anche l’olio d’oliva lo compriamo da lui, 8 euro al litro compresa la spedizione. La farina che compriamo è quella della famiglia Di Pietro di Capena (RM), è bio, di grani antichi e parte da 1,20 al kg, vi sfido a trovare una farina simile a questo prezzo al supermercato ma soprattutto conosciamo le persone che la producono. Il riso, anche questo di una varietà antica il Rosa Marchetti, lo compriamo qui https://www.risopraino.com/ e lo paghiamo 7 euro il sacco da 5 kg. Al supermercato non trovate un riso bio a quel prezzo! Siamo andati a visitare l’azienda, abbiamo visto come lavorano, ci hanno dedicato un pomeriggio. Sappiamo quello che compriamo, sappiamo chi sosteniamo con i nostri acquisti. Da loro compriamo anche orzo e miglio. L’olio di girasole lo compriamo da un ragazzo molisano, 3 euro al litro, e lo fa arrivare presso la casa di nostri amici a Magliano Sabina (da Giulia e Lucio, dove l’anno scorso abbiamo imparato a mietere a mano). La frutta e verdura la riceviamo, la coltiviamo, la scambiamo e quando non ce l’abbiamo la compriamo presso un piccolo produttore che ha dei prezzi veramente alla portata di tutti. Poi ricordatevi che l’autoproduzione fa risparmiare un bel pò, noi ci facciamo il pane, la pizza, i dolci, i biscotti, facciamo marmellate, la nutella, la passata, le conserve, gli unguenti e tante altre cose. Non solo ci risparmiamo ma di nuovo sappiamo esattamente quello che mangiamo e che utilizziamo.

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un pò del nostro orto…

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Questi sono solo esempi, per farvi capire che non è vero che per mangiare bio bisogna essere ricchi. Bisogna però che diventi una priorità.

Ma torniamo ai viaggi, anche loro devono diventare una priorità, altrimenti c’è sempre qualcosa che ci può fermare. Serve sicuramente un certo investimento almeno per lo spostamento in sé. Noi abbiamo un salvadanaio, o meglio una scatoletta di cartone, in cui mettiamo le monete che ci avanzano. Inoltre, siccome in questo periodo Massimo sta lavorando, riusciamo a risparmiare qualcosa. Abbiamo quindi già in programma i prossimi due viaggi 😀 Andremo 10 giorni in Marocco in novembre. Costo del volo: 280 euro per tutti e 7, già comprato!! E lì, andremo a fare la raccolta delle olive in cambio di vitto e alloggio. L’altro viaggio sarà in Brasile dove dobbiamo tornare entro marzo per conservare il nostro visto. Abbiamo già comprato anche questi biglietti, andata e ritorno per 7 persone Milano – Salvador de Bahia 2462 euro! Anche lì, le spese saranno molto contenute perché abbiamo vari amici da andare a trovare e stiamo cercando luoghi in cui fare i volontari.

 

Unschooling e volontariato

In questi ultimi mesi siamo stati molto indaffarati… Ci sono stati affidati un piccolo pezzo di terra di fronte a casa e un altro in una frazione di Pettinengo. Li abbiamo preparati per poter fare degli orti, abbiamo piantato molti semi nei vasetti e ora piano piano stiamo trasferendo le piantine… Ma non è di questo che vi volevo parlare… vi volevo parlare di volontariato, di condivisione e di come tutto questo sia un grande arricchimento per noi ma soprattutto per i nostri figli che, come sapete, non vanno a scuola. Abbiamo deciso di ricominciare ad accogliere volontari. A São Thomé das Letras in Brasile dove abbiamo ancora il nostro terreno, abbiamo accolto più di 70 volontari di tutto il mondo. Con loro abbiamo lavorato la terra, piantato, ristrutturato, costruito, dipinto, i bimbi hanno fatto teatro, hanno imparato a fare artigianato, hanno giocato, hanno scoperto passioni (Tommaso si è scoperto appassionato di fotografia grazie a Jakob un volontario tedesco e Alice ha cominciato a fare artigianato, cosa che fa tuttora, grazie a Cláudia, una volontaria portoghese, solo per fare due esempi). Se siete curiosi, questo è l’album di fotografie di tutti i lavori che abbiamo fatto in Brasile grazie a questi volontari https://www.facebook.com/pg/Seven-on-the-road-540500526115030/photos/?tab=album&album_id=807518976079849

Sono state esperienze veramente ricche e che consiglio a tutti. La prima cosa che molti pensano quando si parla di volontariato è “ma come, ci sono persone che lavorano gratis??” oppure “ma questo è sfruttamento!”. Addirittura c’è chi trova che offrire vitto e alloggio in cambio di lavoro sia un pò come tornare alla schiavitù. Peccato perché questo modo di pensare limita moltissimo. Grazie al volontariato, noi abbiamo amici in moltissimi paesi, molti di loro hanno lavorato più di quanto avevamo chiesto. C’è chi ci ha regalato un dipinto sulle pareti, chi ci ha costruito un mobile, chi ci ha sistemato il gallinaio, chi portava i bimbi a spasso, tutto questo durante il proprio tempo libero… Senza dimenticare chi ci ha accolti o voleva accoglierci durante il nostro viaggio in Italia. Si creano dei legami molto forti. A nostra volta, facendo i volontari, siamo riusciti a fare il giro dell’Italia spendendo veramente poco e conoscendo varie persone e progetti di vita.

Nella casa in cui viviamo in questi mesi, abbiamo avuto bisogno di un periodo di adattamento e di preparazione. La situazione rispetto al Brasile è diversa per vari aspetti. Qui non c’è una casetta indipendente dove accogliere i volontari, chi viene vive in casa con noi, Asia ha momentaneamente rinunciato alla propria camera visto che è l’unica che si chiude, tutte le altre sono comunicanti tra loro. Ci sono due bagni ma uno solo con l’acqua calda quindi dobbiamo dividere la doccia con chi viene ad aiutarci. Inoltre, abbiamo cambiato un pò il tipo di lavoro richiesto. Abbiamo quindi creato un nuovo profilo su workaway per cercare volontari che potessero aiutarci soprattutto nell’educazione dei bimbi, eccolo qui https://www.workaway.info/472455573255-fr.html

Dieci giorni fa è arrivato il primo volontario, si chiama Marcos ed è brasiliano. Vi condivido qui un suo video, una delle sue attività è l’illusionismo https://www.youtube.com/watch?v=Q4F35O_sgvM  La corrente con lui è passata subito, già dalle prime mail scambiate. L'”accordo” era che avrebbe parlato portoghese con i bimbi, ha proposto anche di insegnargli un pò di magia, in cambio di vitto e alloggio e di un aiuto a prendere la cittadinanza italiana visto che è discendente di italiani (l’aiuto è semplicemente dire che lui abita con noi). Ho detto ERA perché in realtà gli insegnamenti si sono moltiplicati! È una persona incredibile, piena di vita, appassionata, generosa, sta insegnando magia – illusionismo a tutti noi, ma non semplicemente i trucchi, ci sta insegnando tutto quello che c’è dietro, ci sta trasmettendo la sua passione, ci sta ridisegnando il mondo! La magia ha cambiato la sua vita e ci sta facendo ripercorrere i suoi passi. Lui è stato come noi molto scolarizzato, ha fatto l’università ed è diventato avvocato. Per due anni ha esercitato la professione a São Paulo poi l’incontro con la magia… Ci sentiamo molto in sintonia con lui. Per vari motivi, lui e la compagna Ezyê hanno deciso di lasciare il Brasile e stanno viaggiando già da due anni, ora lei è in Marocco ma presto ci raggiungerà. Vivono facendo i volontari e anche grazie alle loro passioni, la magia appunto ma anche la fotografia nel caso di lei e insieme creano siti web…

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Marcos ci ha regalato due libri che parlano di magia, sono in inglese e quindi ha fatto venire a tutti i bimbi la voglia di imparare questa lingua. In casa parliamo già italiano, portoghese e francese, per questo l’inglese è stato un pò lasciato da parte. Ma ora c’è una ragione in più per studiarlo! Poi suona la chitarra e canta e sta insegnando ad Asia a suonare. Come ho detto fa dei siti web fantastici e sta insegnando moltissimo a questo riguardo a Tommaso.

Noi non abbiamo dubbi rispetto alla nostra scelta di descolarizzare i nostri figli, il nostro è stato un lungo percorso, la scelta è stata ponderata e fatta insieme ai bimbi, ma l’incontro con Marcos ha veramente rinforzato il nostro pensiero. Tutto quello che fa ora, l’illusionismo, i siti web, la musica ma anche circo, giocoleria, lo ha imparato da solo, leggendo libri, studiando su internet… In questi due anni ha lavorato in vari paesi e lo cercano per altri lavori, nessuno ovviamente gli chiede il diploma! È partito dal Brasile sapendo solo l’inglese e ora parla arabo, francese, italiano… dove si ferma impara! E questo è sicuramente l’esempio che vogliamo per i nostri figli!

Pettinengo

Siamo appena tornati da un bel giretto verso il Nord Italia e più esattamenre a Pettinengo che si trova in provincia di Biella in Piemonte. Viaggiando in camper, o meglio col nostro camper di 34 anni, siamo lenti… ma proprio per questo abbiamo potuto far conoscere ai bimbi altri luoghi e paesaggi e visitare altre città. I nomi più importanti sono Pisa, Vercelli e Firenze ma ci sono anche un sacco di altri posti visto che viaggiamo lungo le statali. Appena possibile vi scriverò di tutto questo in un altro post in cui metterò anche un bel pò di foto di Tommi. Nel frattempo, se siete curiosi e volete seguire anche il suo lavoro, potete dare una sbirciata al suo blog qui https://worldphoto699.wordpress.com/

Oggi vi volevo raccontare della nostra esperienza a Pettinengo dove abbiamo lavorato come volontari presso l’Associazione Pacefuturo a Villa Piazzo. Se avete voglia di conoscere un pò meglio questa associazione, andate a curiosare nel loro sito http://www.pacefuturo.it/chi-siamo/  Una delle attività più importanti di Pacefuturo è dar asilo a un centinaio di migranti che arrivano da vari paesi. Qui trovate maggiori informazioni sulle loro attività http://www.pacefuturo.it/accoglienze/

Siamo venuti a conoscenza di questa realtà tramite Loredana e Marco Tonon, una coppia di amici che conosciamo da vari anni. L’amicizia è nata sul web, ci avevano contattati perché erano curiosi di conoscere il nostro negozio a Praia do Forte in Brasile. Con loro abbiamo molte cose e molte idee in comune e dopo vari mesi di corrispondenza, sono venuti a trovarci a Natal e poi anche a São Thomé das Letras. Ora è toccato a noi 🙂 Veramente loro vivono a Treviso ma ci siamo dato appuntamento a Pettinengo visto che Marco è il presidente di Pacefuturo!

Abbiamo conosciuto molte persone veramente in gamba, da chi guida il progetto come Andrea Trivero, Marco appunto ed Emanuele, a chi si occupa di preparare i pasti, Claudia e tutti i suoi aiutanti migranti e non, a chi insegna ai migranti a tessere, a lavorare la terra cotta, a cucire… Sono molte le persone che lavorano intorno all’accoglienza, infatti Pacefuturo è riuscita a dar lavoro a più o meno 40 persone. Credo che questo sia proprio il modo giusto di affrontare questo immenso “problema” dell’arrivo di migranti. Aiutare loro senza dimenticarsi di tutte le persone italiane in difficoltà, infatti molte delle persone che lavorano intorno a questa realtà sono persone che avevano perso il lavoro e si trovavano in difficoltà.

Sembra facile ma ovviamente i problemi sono moltissimi. Il primo tra tutti e il più grande è di carattere economico visto che lo Stato è in ritardo con i pagamenti di quasi 6 mesi. Questo significa che ci sono ritardi anche nel pagamento degli stipendi, dei fornitori…

In questi giorni passati lì, Max ha aiutato soprattutto il gruppo che si occupa del verde, cioè dei vari lavori che vengono fatti per tenere in ordine il comune. Poi siamo andati a raccogliere mele e le abbiamo essicate per venderle al mercatino, abbiamo raccolto castagne e abbiamo aiutato i ragazzi a fare le caldaroste e a venderle. Io mi sono occupata degli oleoliti di Loredana e ho fatto dell’unguento da dare ai migranti. La cosa più bella di tutte però è stata conoscere tutte queste persone che i media ci hanno abituati a considerare dei numeri…. barconi con “numeri”… campi profughi con “numeri”… “numeri” che tentano di attraversare i confini… “numeri”  di disperati, di superstiti, di morti… alziamo muri per fermare i “numeri”… ma questi numeri sono persone… Ognuno di loro ha una storia, delle idee, dei sogni, delle paure, come ce l’hanno i nostri figli, le nostre mogli, i nostri mariti… Abbiamo conosciuto Yousof che arriva dall’Afghanistan, Mamadou, Balo, Mussa, Sulei, Ablai, Bakari, Talah che arrivano da vari paesi africani (mi scuso con loro perché ho sicuramente sbagliato a scrivere i loro nomi e per rimanere generica sul loro paese di origine… è come se loro dicessero che noi siamo europei… come se un inglese fosse uguale a un italiano a un tedesco o a un francese!) Siamo anche andati a mangiare a Villa Pasini, dove sono ospitati molti Pakistani. Ci hanno preparato i chapati con le verdure… E anche qui mi scuso con tutti quei ragazzi che hanno cucinato per noi e con cui abbiamo mangiato per non ricordarmi i loro nomi…

In tutto questo, penserete… ma i bimbi? Beh, hanno fatto pochi compiti ma hanno avuto comunque un bel daffare… Hanno giocato con questi ragazzi, hanno disegnato con loro, hanno aiutato a raccogliere mele e castagne… Hanno frequentato la Piccola Fata http://www.piccolafata.it/associazione/ dove hanno conosciuto altri bimbi e hanno partecipato alle varie attività… Claudia che gestisce la caffeteria-ristorante della Villa gli ha permesso di aiutare in cucina e quindi, ovviamente rigorosamente a turno, hanno cucinato, preparato dolci, servito i pasti… ❤  Insomma è stato un mese bello impegnato anche per loro!

Riscoprire antichi lavori… la mietitura a mano

La scorsa settimana, siamo andati da Giulia e Lucio per aiutarli a mietere a mano il loro grano. Non li conoscevamo ma, questo è il bello di Facebook, un amico aveva condiviso il loro evento, ci siamo messi in contatto con loro e li abbiamo raggiunti a Magliano Sabina! Qui la loro pagina se avete voglia di sapere qualcosa in più https://www.facebook.com/lacasettagialla/

 

In novembre, avevano piantato un ettaro di grani antichi, per la precisione un grano duro, il Senatore Cappelli, e un grano tenero, il Frassineto. I giorni con loro sono stati davvero intensi e bellissimi! Il volontariato come piace a noi… quello che fila liscio, quello senza conti, uno scambio di lavoro, di esperienze, di saperi, di sorrisi… Ci siamo trovati così bene che, dopo aver aiutato un pomeriggio e la mattinata successiva ed essere rientrati a casa dalla nostra cagnolina per non lasciarla troppo tempo da sola, dopo due giorni ci siamo tornati per dare una mano in più. Anche i bimbi erano felicissimi di tornare per rivedere Nivea, una bimba viaggiatrice come loro, per giocare sotto il meraviglioso gelso di Giulia e Lucio, per giocare con Bianca e Lana le loro belle cagnolone e per mangiare tutti i manicaretti preparati per loro e anche per noi 🙂

 

Il lavoro è stato davvero interessante perché c’era un incredibile vecchietto ad insegnarci come raccogliere il grano, Claudio 87 anni! Poi ci sono stati gli incontri con belle persone, varie in cammino come noi fuori dalle righe…

Con Giulia e Lucio, ci siamo sentiti davvero in sintonia… come ho scritto all’inizio del nostro blog, noi, in famiglia, abbiamo poche regole… ma c’è una regola che guida tutta la nostra vita, il rispetto, e da questo deriva tutto il resto. Il rispetto l’abbiamo sentito forte anche a casa loro… Lucio è vegetariano e Giulia è vegana, ma nel senso più nobile: loro rispettano! Gli animali sí ma evitano anche di comprare qualunque prodotto che provenga da un qualche sfruttamento di persone, di territorio…Cioè non basta comprare un prodotto “vegano” e sentirsi la coscienza a posto. Bisognerebbe sempre informarsi, sapere da dove arriva, chi lo ha prodotto e come… Non è facile, questo spesso significa comprare da chi si conosce o produrre personalmente, certe volte significa anche rinunciare. Detto così può sembrare “solo” una questione di alimentazione ma non è così, è un modo di essere, è qualcosa che impegna tutti gli aspetti della nostra vita. Significa recuperare, riciclare, comprare di seconda mano. Fanno parte di una rete di persone come loro che si chiama Genuino Clandestino http://genuinoclandestino.it/chisiamo/  A Roma questa rete viene chiamata terraTERRA ed “è la sperimentazione di un modello di economia che impegna reciprocamente produttori e consumatori per sovvertire le catene di distribuzione, ridurre la distanza alimentare, valorizzare le relazioni sociali, sensoriali e gustative” Leggete qui la pagina del loro sito in cui descrivono chi sono http://www.terra-terra.it/homepage/terraterra-chi-siamo  Credo non ci sia bisogno di altre parole.

Questo è un pò quello che cercavamo, altre persone in lotta contro il sistema, persone che non si accontentano, che cercano l’alternativa. In questo periodo estivo, i mercatini non sono attivi ma aspetteremo settembre per andarci e conoscere anche gli altri produttori!

Il quotidiano…

Sono 23 giorni che viviamo qui… ed è per questo che volevo raccontarvi un pò come sta andando. “Qui” non è ancora un posto ben definito visto che, ad oggi, non abbiamo trovato casa… cerchiamo di non dormire sempre nello stesso posto per evitare altre sorprese o chiamate ai carabinieri 🙂 Per scaricare le acque, andiamo sempre vicino a Fiano Romano dove c’è un campeggio attrezzato ed è lì anche che una volta a settimana passiamo una giornata per farci tutti una bella doccia calda! Sempre a Fiano Romano, c’è la “nostra” lavanderia a gettoni… ci siamo affezionati perché lasciamo il nostro bucato alla signora (ovviamente una montagna di bucato 😀 ) e lei ci dice l’ora in cui sarà pronto, lavato e asciugato, tutto questo per 10 euro. Per caricare l’acqua, ci fermiamo nelle varie fontanelle, qui ce ne sono un sacco. Insomma, possiamo dire che tutto questo ora è una parte del nostro quotidiano…

Tutte le volte che è possibile, passiamo le nostre giornate al terreno di Pina (alcuni giorni però li dobbiamo dedicare alla ricerca della casa in affitto, è diventato un vero e proprio lavoro!) Stiamo piantando tutto quello che ci è possibile, è un pò tardi per varie cose ma noi ce la stiamo mettendo tutta per poter raccogliere il più possibile… Abbiamo piantato moltissimi pomodori, piantine da semi antichi che Pina aveva già preparato, melanzane, zucche, patate, ocra, rucola, insalate, sesamo, peperoncino e tanti semi che ci siamo portati dal Brasile, ma vedremo che cosa ne verrà fuori. La nostra priorità, come anche quella di Pina, è chiaramente produrre il nostro cibo. Quindi si pianta per tutti noi ma anche per il suo negozio e si pianta in vista di fare conserve sempre per tutti noi e per il negozio… Poi nei progetti c’è di fare il gallinaio per avere uova, di risistemare il vecchio forno perché vorremmo rimetterlo in funzione per cucinare il pane e i biscotti, di piantare un agrumeto e altri alberi da frutto… Insomma tante cose, vorremmo anche rimetterci a fare marmellate… Vorremmo sistemare il terreno anche per poter organizzare corsi di panificazione. Mille idee in testa a noi, tremila in testa a Pina… Siamo felici!

Siamo felici anche perché con lei facciamo un vero e proprio scambio. Lavoriamo in cambio di generi alimentari… Tutto quello che lei ci porta, oltre a quello che il suo terreno già dà (nespole, ciliegie, zucchine, insalate, cipolle, aglio, bietola…) è biologico, sano, tutte le volte che può ci porta il suo preziosissimo pane fatto com semi di grano antico e pasta madre, i biscotti, vino vegano, olio, legumi… Tutti questi cibi per noi non hanno prezzo! Spesso la domenica stiamo tutti insieme, lei, Maurizio, le loro nipotine, quando hanno potuto sono venuti anche il loro figlio Matteo e la nuora Manuela. Un bellissimo appuntamento in cui si cucina tutti insieme, cose semplici, sul fuoco visto che non c’è ancora la cucina, bruschette, verdure saltate, lenticchie… si raccolgono un pò di ciliegie e il pranzo è fatto!

 

Roma e l’incontro con Pina…un tuffo al cuore!

Sono tre giorni che stiamo a Roma e dintorni…per cominciare dall’inizio, devo raccontarvi la giornata di giovedì…e il nostro primo incontro con Pina Fioretto. Siamo entrati proprio nel centro di Roma col camper…una vera avventura 😀 Dopo un pò di fatica per trovare il parcheggio siamo arrivati al negozio di Pina… o meglio al SEMI’N’ARIA. Siamo stati accolti con del pane appena sfornato, abbiamo fatto le prime 4 chiacchiere nel suo laboratorio mentre lei e il nipote Edoardo infornavano e sfornavano… ma non vi parlo di pane e basta… vi parlo di Pane con la P maiuscola!!  Pina, dopo un problema di salute, ha iniziato a farsi il pane da sola…per stare meglio…poi ha pensato che se lei stava meglio, anche altre persone potevano stare meglio mangiando diversamente ed ecco l’idea di creare questo negozio…per condividere. Lei sceglie i semi, vari tipi di grano antico, lo pianta, lo macina e per fare il pane ovviamente utilizza il lievito madre…oltra al pane, vende la sua farina, ortaggi, frutta secca, sale di sedano, vino, olio, pasta, biscotti…tutto rigorosamente scelto e biologico.

Questo incontro è stato davvero importante per noi…ci siamo seduti a tavola dopo la chiusura del negozio ed è stato come stare a casa….come parlare con una persona che conosci da una vita e condivide il tuo stile di vita e i tuoi sogni… Ora ha anche un terreno in cui pianta, oltre al grano tante altre cose ma soprattutto ha tanti progetti. Vedere il suo campo di grano è stata una delle cose più belle che abbiamo mai visto, alcune piante ci arrivavano quasi alla spalla…Pina riconosce i vari tipi di grano, è appassionata e trasmette questa passione ❤

Ieri, ci siamo trovati al terreno, noi con i nostri 5 bimbi e lei con 3 nipotine…abbiamo cucinato tutti insieme e abbiamo passato una giornata davvero bellissima…Massimo ha dato una mano per pulire un antico forno che…chissà…un giorno forse sfornerà di nuovo…oggi ci siamo tornati ma Pina aveva molte consegne e non è riuscita a raggiungerci…però nel fine pomeriggio, ci ha raggiunti al campeggio e ci ha portato il miglior gelato artigianale che abbiamo mai assaggiato 🙂

Ora ci manca la giornata di domani prima di partire per la Toscana, andremo ad Anzio…sempre a fare e mangiare Pane con Pina e una coppia di amici…ma questo ve lo racconterò in un altro post.

 

Sicilia

Oggi ci sembra un sogno!! Siamo collegati alla corrente!! Non che ci mancasse, si vive benissimo anche con quel poco di energia che ci dà la batteria del camper…ma per collegarci col computer e per poter scrivere e raccontare il nostro viaggio, abbiamo bisogno di un aiuto in più. Siamo ora a Termini Imerese in provincia di Palermo, dedicherò un post a questo paese che ci sta accogliendo in modo davvero speciale. Siamo stati invitati qui da Liborio Galbo che conosciamo da un bel pò virtualmente, lui è coordinatore della Banca del Tempo Himerense e ci ha messo in contatto con moltissime persone fantastiche. Vi ho anticipato questo per spiegarvi che oggi siamo collegati alla corrente grazie ad una socia simpaticissima di Liborio, si chiama Anna e lei e il marito lavorano sul Belvedere di Termini dove hanno delle giostre per bambini, non vi dico che fortuna anche per i nostri bimbi 😀 Grazie davvero Anna!

La nostra avventura siciliana è ovviamente iniziata dall’attraversata dello Stretto… in una bellissima giornata di sole.

 

La prima tappa è stata a Capo d’Orlando all’Earth Day, una bellissima manifestazione di 3 giorni organizzata da Francesca Molica. Durante i 3 giorni, siamo stati ospitati col nostro camper presso l’Agricampeggio Alessandra, siamo stati benissimo e lo raccomandiamo ai camperisti, ecco il sito http://www.agricampeggioalessandra.it/ Grazie di cuore ad Alessandra che ci ha accolti!! Durante l’Earth Day, abbiamo conosciuto un sacco di gente fantastica, abbiamo avuto spazio per parlare della nostra esperienza di unschooling assieme ad un’altra famiglia (Maria Grazia con Agnese e Cristiano) per far conoscere questo modo di crescere i propri figli (grazie mille anche a Alessia Micale!!), Alice e Tommaso hanno potuto esporre i loro lavori, Asia ha potuto aiutare Francesca e vari volontari in cucina e ha così imparato un sacco di ricette vegane, Mattia e Sofia hanno trovato molti amichetti e hanno giocato e giocato e giocato!! C’erano vari agricoltori biologici, chi fa l’olio (buonissimo l’olio della Masseria Biologica), chi pianta, abbiamo scambiato semi, abbiamo visto una dimostrazione di Francesca Cicero su come fare il sapone in casa, c’erano pure vari artisti, cantanti, comici… non siamo riusciti a vedere tutto ma quello che abbiamo visto ci è piaciuto davvero tanto! Grazie davvero a tutti…

 

Il 25 aprile, siamo tornati leggermente verso Messina, a Capo di Milazzo per incontrarci nuovamente con Maria Grazia, Agnese e Cristiano alla festa della Primavera presso Gigliopoli dove un’associazione di persone fantastiche fa un lavoro davvero incredibile per aiutare bambini in difficoltà. Ecco il loro sito se avete voglia di darci un’occhiata https://gigliopoli.org/. Ci è stato proposto di andare ad aiutare come volontari nei mesi di luglio e agosto…è presto per decidere ma l’idea ci piace e chissà…