Quello che ci manca del Brasile…

Come sapete siamo tornati recentemente in Brasile per 40 giorni. Abbiamo fatto vari video che trovate sulla nostra pagina facebook e sul nostro canale youtube. Abbiamo rivisto molti amici e risolto alcune cose ma questo viaggio è servito anche a non perdere il nostro visto. Infatti anche se abbiamo una figlia brasiliana, dobbiamo rientrare ogni due anni per non dover rifare tutte le pratiche. Siamo stati a casa di un nostro caro amico italiano, Diego, a Vilas do Atlântico in Bahia. Poi abbiamo approfittato anche per andare qualche giorno nel nostro terreno a São Thomé das Letras a circa 1800 km da Vilas, qualche giorno a Praia do Forte dove abbiamo ancora il nostro negozio affittato e a Salvador dove è nata Sofia quasi 7 anni fa. Per lei è stato come vederla per la prima volta.

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una vista del Pelourinho a Salvador
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un paesaggio dell’ “interior baiano” vicino a Castro Alves lungo la strada andando a São Thomé das Letras
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la nostra casa Sítio da Barra a São Thomé sotto le stelle

Abbiamo passato dei bellissimi momenti, ci è piaciuto molto tornarci, è stato anche bello “spezzare” il lungo inverno piemontese ma tornare lì ci ha fatto capire una cosa: molte cose del Brasile ci mancano tantissimo ma, per ora, non vorremmo tornarci a vivere. In questo momento, la nostra vita è qui in Europa, presto di nuovo in giro in camper. Volevo però raccontarvi quello che ci manca. Ci mancano decisamente molto i sorrisi, la gentilezza, il poter essere sé stessi… Nessuno ti giudica per il tuo aspetto. Vai negli uffici pubblici e trovi persone che ti vogliono aiutare. Certo è il loro lavoro ma quante volte qui in Italia, ti senti come se chiedessi la luna o come se disturbassi. Questo in Brasile non succede davvero mai e da nessuna parte! Le persone anziane, le donne incinte o con bambini piccoli hanno la precedenza, in realtà probabilmente ce l’avranno anche qui, ma lì è una cosa normale, non lo devi chiedere, nessuno si lamenta, anzi se hai la precedenza e non la sfrutti, c’è sempre qualcuno che te lo ricorda.

In Brasile ci sono moltissimi venditori ambulanti, in spiaggia, in autobus, lungo le strade. Molti di loro saranno anche abusivi, nel senso che esistono le leggi anche lì, ma a nessuno verrebbe mai in mente di denunciarli perché lavorano in nero o perché tolgono lavoro ai commercianti! Nessuno vende acqua fresca, fette di dolce, noccioline, ghiaccioli, biscotti tutto il giorno sotto il sole per scelta. Ma rendono un servizio ed è una cosa positiva per tutti. C’è un equilibrio e soprattutto molta umanità. Se hai sete e sei in coda al casello o per lavori lungo le strade, troverai sempre chi ti vende la bottiglietta d’acqua. Noi siamo andati a Salvador in autobus e siamo passati in zone molto popolari. Il viaggio è durato quasi un’ora e mezza. Sono saliti moltissimi di questi venditori sia all’andata che al ritorno, gli autisti li fanno entrare ovviamente senza che debbano pagare il biglietto (questo è un appunto che devo fare solo perché non scrivo a brasiliani, per loro è una cosa assolutamente normale!), ognuno di loro ha qualcosa da offrire. Noi abbiamo comprato delle caramelle allo zenzero fatte da un ragazzo ex drogato e ex carcerato. Sì perché ti raccontano le loro ragioni, te lo dicono perché si sono ritrovati a vendere caramelle sugli autobus. E tutti li ascoltano con pazienza anche se i viaggi diventano così ancora più rumorosi, come se non bastasse il chiasso terribile fatto dai mezzi che spesso sembrano più dei vecchi catorci e dai clacson!

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un venditore di ghiaccioli a Salvador

Abbiamo dato un aiuto anche ad un altro ragazzo che non aveva niente da vendere ma recitava poesie. Ovviamente non si può aiutare tutti, ne salgono davvero troppi ma mai e poi mai ho visto qualcuno seccato per questo continuo via vai. Come ho detto, c’è molto rispetto ed umanità, cosa molto rara ormai qui in Italia. Mi torna alla mente un ragazzo a Natal, eravamo fermi al semaforo e lui voleva pulirci il parabrezza. Noi gli abbiamo chiesto di non farlo perché non avevamo soldi appresso, perfino i bimbi avevano dato un’occhiata per trovare spiccioli ma quel giorno non avevamo nemmeno un centesimo. Gli abbiamo chiesto scusa, queste persone si accontentano davvero di centesimi, ma lui ci ha risposto che i nostri sorrisi già gli bastavano e ci ha ringraziati. Ecco, questo è il Brasile che amiamo.

Molto spesso, quando si parla di questo grande paese, si parla di violenza, di droga, di assalti. E ci avevano detto che avremmo trovato una situazione molto peggiorata a causa della crisi. Certo, non posso dire che niente di tutto questo esista. La crisi c’è ed è forte. I prezzi sono quasi raddoppiati mentre il salario minimo è aumentato di una miseria (non arriva a 250 euro, è quello che guadagna la maggior parte della popolazione mentre il costo della vita è arrivato praticamente a quello europeo!). Questo significa solo una cosa: i poveri sono in aumento. E i poveri brasiliani sono davvero molto poveri, solo chi ha viaggiato e ha conosciuto realtà come queste può capire. A Salvador, ci è capitato di dare la pasta fredda che ci era avanzata ad un ragazzo, ci aveva chiesto di non buttarla quando ancora stavamo mangiando, la fame ci è passata in un attimo e l’abbiamo chiamato. Ci ha fatto svuotare il nostro contenitore in una busta di plastica ed è andato a mangiare con varie altre persone che lo aspettavano. Mentre abitavamo qui, siamo stati contattati da varie persone che avrebbero voluto lasciare l’Italia per trasferirsi lì. Il mio consiglio era sempre di fare prima un viaggio, il Brasile non è per tutti. Un giorno una persona mi scrisse, io mi voglio trasferire anche senza conoscere, non ho paura, posso vivere anche come un brasiliano. Ma questo cosa significa? Vivere come un brasiliano… come uno che si sposta in elicottero e vive blindato nei quartieri ricchi? O come la maggior parte della popolazione? Come questi ambulanti? Come quelli che raccolgono la canna da zucchero e vivono in delle baracche fatte da pochi pezzi di legno coperti da sacchi di plastica nera? Come i “catadores de lixo”, che sono quelle persone che raccolgono il materiale recuperabile come vetro, plastica, aluminio nei rifiuti? In Brasile la spazzatura viene differenziata grazie a loro ma è un mestiere fatto da persone molto povere. Un europeo non può capire con quanto poco devono vivere queste persone… Siamo troppo abituati a vivere bene, per quanto la popolazione si stia impoverendo anche qui siamo ancora davvero lontani da queste situazioni. La differenza è che lì non ti devi vergognare di essere povero, ti viene lasciata la possibilità di farcela, di vivere. E nonostante tutto, rimane un paese dove ti sorridono prima di qualunque altra cosa.

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A spasso per l’Italia in inverno!

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Siamo appena tornati dopo un mese a spasso tra nord e centro Italia. Questi giorni sono stati ricchi di nuovi incontri ma purtroppo abbiamo dovuto rientrare prima a causa di un’infiltrazione e… della rottura del serbatoio dell’acqua potabile. Non abbiamo mai dovuto investire molto sul nostro camper nonostante i suoi 36 anni di età quindi non possiamo proprio lamentarci. Ci è solo dispiaciuto non riuscire a completare il giro che pensavamo di fare, niente Trento e Trieste ma è solo rimandato. In questi giorni, Max sta sistemando i “disastri”, a dir la verità già dopo qualche giorno di lavoro Jatobá sembra ringiovanito!! Siccome l’acqua del serbatoio lesionato è fuoriuscita, ha rovinato il laminato che c’era sul pavimento. L’abbiamo già tolto tutto e lo sta rimettendo. Il serbatoio è già ordinato e la prossima settimana dovrebbe arrivare. Qui le giornate sono davvero bellissime e questo sta aiutando molto. L’infiltrazione in bagno non era niente di grave e se avessimo trovato tempo più clemente avremmo potuto sistemarla anche in viaggio ma la rotture del serbatoio non si poteva affrontare senza tornare a casa. Essendo in 7 in un camper che non è tanto grande e avendo incontrato pioggia e neve negli ultimi giorni, abbiamo dovuto arrenderci!

Questi i lati negativi ma parliamo piuttosto delle bellissime persone che abbiamo conosciuto. La nostra prima tappa è stata a Zocca che si trova in provincia di Modena. Lì abbiamo incontrato una famiglia homeschooler che però preferisce mantenere l’anonimato. Dopo pochi giorni, ci siamo diretti verso un piccolo paese molto particolare. Lo chiamano il paese che muore: Civita di Bagnoregio. Si trova in provincia di Viterbo.

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Ci è piaciuto molto anche se ci siamo accontentati di vederlo da fuori visto che si deve pagare un biglietto per entrarci. Il nostro budget è sempre piuttosto risicato e dobbiamo cercare di contenere le spese. Da lì, abbiamo raggiunto Fiano Romano dove Tommi ha finalmente chiuso il suo trattamento dal dentista. Lui ha festeggiato e noi più di lui!! Siamo poi andati a trovare Lucio e Giulia, i nostri amici de La Casetta Gialla a Magliano Sabina.

La sera ci siamo rimessi in viaggio per andare a Nespolo, in provincia di Rieti, dove siamo andati a conoscere un ecovillaggio nato da poco ma che promette molto bene.

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Se avete voglia di curiosare, questo è il loro sito http://www.riserva-aurea.it/ Hanno bisogno di volontari quindi non esitate a contattarli per andare a dare una mano. Noi purtroppo siamo rimasti solo un giorno perché gli appuntamenti erano tanti ed era una tappa non prevista. Ci siamo però ripromessi di andarli a trovare di nuovo a primavera.

La tappa successiva, Accumoli,  è durata un pò di più, nei nostri programmi sarebbe dovuta durare un pomeriggio ma alla fine ci siamo fermati 5 giorni!

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Abbiamo incontrato una famiglia incredibile! Anche loro homeschoolers, sono Guido, Katia e i loro 4 figli Barbara, Roberto, Elisa e Sofia. L’intesa con loro è stata veramente fantastica. Per quasi un anno, dalle scosse del 24 agosto 2016, sono stati i soli residenti di Accumoli. Tutto era crollato, tutto era ed è zona rossa. Tutto tranne la loro casa, l’allevamento di carni biologiche “Alta Montagna Bio” https://altamontagnabio.wixsite.com/altamontagnabio e l’agriturismo.

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Così loro hanno resistito da soli e si sono rimboccati le maniche. I nostri 9 figli sono andati molto d’accordo, i nostri hanno aiutato i loro nei compiti giornalieri di nutrire maiali, galline, mucche e pecore, di mungere, di pulire la stalla, il gallinaio… Hanno fatto dolci e pizze tutti insieme.

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Il loro è un allevamento veramente sostenibile, sembra di tornare indietro nel tempo. Il fatto che noi non mangiassimo carne non è stato in nessun modo un problema, ci siamo rispettati a vicenda. Siccome sono alla ricerca anche loro di qualche famiglia gemella che gli possa dare una mano specialmente durante la bella stagione, abbiamo deciso che al nostro ritorno dal Brasile, andremo ad aiutarli. I bimbi nostri e i loro stanno già facendo il conto alla rovescia!

Lasciato Accumoli, ci siamo diretti verso Ascoli Piceno con l’intenzione di visitarla però Sofia non stava bene e quindi abbiamo visto davvero poco. A quel punto abbiamo deciso di spostarci sulla costa. Voglia di mare!! Siamo stati a Senigallia e a Riccione e abbiamo raccolto un sacco di conchiglie. A Senigallia, dove ci siamo fermati giusto per qualche ora e un pranzo sul lungo mare, abbiamo avuto la visita di una pattuglia di carabinieri. Dal modo in cui sono arrivati, è sembrato un blitz e non sono stati per niente gentili, immagino siano stati chiamati, come ci è successo altre volte. Peccato rendersi conto di quanto la gente giudichi dall’aspetto esteriore e non abbia voglia di andare oltre questo. Ma pazienza, racconto questi episodi solo nella speranza che le cose possano cambiare. A noi fanno rimanere male solamente per pochi attimi! Alla fine, ci rendiamo conto che chi vive male è proprio chi chiama le forze dell’ordine per qualunque cosa sia un pò fuori dalla routine…

Prima di raggiungere Conselice dove dovevamo trovarci con Silvia Tamburini che collabora col sito viaggiare con lentezza http://www.viaggiareconlentezza.com/, ci siamo fermati ad Imola per fare rifornimento e per passare la notte. La mattina dopo, ci siamo risvegliati con un messaggio sul cellulare di una coppia di fulltimers Irene e Alessandro che viaggiano con i loro 3 cani. Con loro eravamo in contatto già da un pò tramite facebook ma non ci conoscevamo personalmente. Il messaggio diceva che… erano parcheggiati proprio dietro di noi!! È stato molto bello davvero, un incontro così fortuito e così incredibile. Siamo stati davvero felici! Se vi va di seguirli ecco la loro pagina facebook https://www.facebook.com/Skylosintour/

Da lì, ci siamo diretti verso la casa di Silvia dove abbiamo conosciuto lei, Marco e il loro piccolo Umberto. È stata una giornata e una serata molto bella, nonostante le vite e i percorsi molto diversi, abbiamo scoperto di avere moltissime cose in comune. Durante la serata, Silvia ci ha fatto un’intervista che potete ascoltare qui https://www.facebook.com/viaggiareconlentezza/videos/1351368168301627/ Siamo sicuri che presto rivedremo anche loro lungo il nostro cammino.

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Il giorno dopo, siamo stati a Pianoro che si trova vicino a Bologna per conoscere un’altra famiglia molto speciale. Abbiamo incontrato Roberto, Maddalena, Sebastiano e il mitico Ermanno del blog http://www.inviaggioconermanno.it/

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Questo è stato un incontro molto emozionante perché anche con loro eravamo in contatto da un pò via web. Conoscersi di persona è ovviamente tutta un’altra cosa. Abbiamo approfittato per andare a conoscere la loro Scuola nel Bosco e per acquistare il loro film che racconta del loro incredibile viaggio in Canada. Vi consiglio veramente di vederlo perché ne vale la pena! Grazie a loro, abbiamo anche conosciuto Andrea, fulltimer da 4 anni, una persona veramente bellissima. Siamo stati vicini di “casa” per una notte, l’abbiamo invitato a pranzo il giorno dopo. Lui e Massimo però hanno dovuto mangiare nei posti anteriori del camper perché non ci stavamo tutti!! Lui lavora in una pasticceria ed è arrivato con un pandoro farcito che ha fatto impazzire tutti. Poi ci ha dato un sacco di consigli sul nostro camper, lui se ne intende. Ci ha anche cambiato le cinghie dell’alternatore e dei servizi… come avrebbe fatto un amico di lunga data… Quella mattina, avevamo avuto la visita della polizia di stato, sempre per controllare che non fossimo dei malviventi, ma dopo aver passato dei momenti come quelli che abbiamo passato, niente poteva rovinarci tutto il bello di questo mese!

 

 

 

 

 

Viaggiare in 7 grazie a workaway

Come sapete, abbiamo già fatto varie volte i volontari viaggiando ma siamo appena tornati dal nostro primo viaggio organizzato tramite workaway. Sono quasi 4 anni che siamo host su questa piattaforma e recentemente abbiamo creato un account anche come workawayers. Direi che l’esperienza è stata più che positiva. Come anticipato, siamo stati in Marocco e più precisamente presso una famiglia franco-marocchina che vive a 20 km da Marrakech. Loro sono Karine, Ahmed e i loro gemelli di 12 anni Nayla e Ilyan. Hanno anche loro 5 figli ma 3 sono già grandi e vivono per conto loro. Un anno e mezzo fa hanno fatto tutti insieme un giro del mondo un pò particolare. Sono andati a conoscere 12 villaggi sparsi per il globo che per scelta o per obbligo hanno costruito il proprio futuro privilegiando l’autonomia. Lo sviluppo delle economie occidentali, sempre più tecniche, ha causato una super specializzazione delle competenze e questo ha portato alla perdita dei saperi essenziali, così nessuno sa più prodursi il proprio cibo, curarsi o costruirsi la casa. Per questo hanno deciso di passare un mese in ognuno di questi villaggi e hanno riscoperto la vera autonomia, molti antichi saperi e il rispetto dell’ambiente. Ovviamente il primissimo villaggio a cui si sono ispirati è stato Tizi N’oucheg di cui vi ho raccontato nello scorso post.

Per tornare alla nostra esperienza, è stato anche il nostro primo viaggio fatto zaino in spalla, 7 zaini e nessun bagaglio imbarcato, solo il  minimo indispensabile! Siamo partiti domenica 26 novembre da Malpensa dopo una bella alzataccia visto che il nostro volo era alle 6.40 di mattina. Siamo arrivati a Marrakech dopo 3 ore e all’aeroporto abbiamo trovato Karine ad aspettarci. Ci ha domandato se ci interessava passare la giornata a visitare la città, a noi non dispiaceva l’idea e quindi ci siamo fatti spiegare bene che autobus prendere sia per andare verso il centro che poi per raggiungere la sua casa. Lei ha caricato i nostri bagagli e ci siamo salutati.

Anche se, dopo 7 anni di Brasile, ci siamo abituati alle città caotiche, l’impatto con Marrakech, forse anche per la stanchezza, non è stato dei più facili. Meno male che ci abbiamo passato anche gli ultimi 2 giorni del nostro soggiorno altrimenti non avremmo avuto un così bel ricordo. Marrakech è una città brulicante, piena di barracchette, di negozietti, di venditori ambulanti… Tutti vogliono vendere, tutti vogliono sapere da dove arrivi, nelle aree pedonali sfrecciano bici e motorini. Insomma, non è proprio una città rilassante, soprattutto in 7. Verso le 16, stanchi morti, abbiamo deciso di riprendere l’autobus per raggiungere la casa dei nostri host. Quest’ultima si trova in corrispondenza del km 20 della Route Ourika, strada che porta verso la catena montuosa dell’Alto Atlante. Dopo essere scesi dall’autobus, bisogna attraversare la strada, un bel pericolo visto che in Marocco ci sono pochissime strisce pedonali e nessuno si ferma ma nemmeno rallenta alla vista di un pedone, per poi percorrere 2,5 km a piedi in mezzo ai campi. A questo punto abbiamo fatto la doccia più bella della nostra vita!

I giorni di lavoro da Karine e Ahmed sono stati molto piacevoli, si lavorava la mattina nell’uliveto, hanno 350 ulivi, si pranzava tutti insieme e il pomeriggio si passeggiava, i nostri bimbi e i loro giocavano tutti insieme o si godevano la piscina. Anche la colazione e la cena venivano fatte assieme a loro. Avevamo a disposizione due camere mentre il bagno era condiviso con altre persone, essendo la loro casa molto frequentata. Uno dei lavori più strani che abbiamo fatto è stata proprio la raccolta delle olive! Strana perché viene fatta in modo molto diverso rispetto a come la facciamo in Italia: raccolgono le olive una ad una! In questo modo, il lavoro è molto lento ma, secondo loro, evita di rovinare i frutti. Ci hanno detto che in Marocco tutti raccolgono in questo modo anche se curiosando nei dintorni abbiamo visto altri uliveti in cui la raccolta veniva fatta proprio come in Italia, stendendo teli sotto gli alberi. Un altro lavoro un pò strano è stato quello di raccogliere i rami potati… con le olive ancora attaccate.

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Abbiamo lavorato fino a giovedì visto che venerdì e sabato eravamo attesi nel villaggio di Tizi N’oucheg. Domenica, abbiamo aiutato tutto il giorno a raccogliere le olive con altri volontari.

Lunedì e martedì invece ci siamo rilassati a Marrakech e abbiamo visitato meglio la città che questa volta abbiamo apprezzata molto di più!

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Questo viaggio ci è decisamente piaciuto molto. Fare i volontari presso una famiglia del luogo arricchisce moltissimo, si riescono a cogliere molti aspetti della vita quotidiana, si riesce a capire meglio la mentalità e i modi di fare del paese. È un modo di viaggiare che consiglio a tutti, certo con una famiglia numerosa non sempre è facile trovare chi ti possa accogliere ma noi abbiamo sempre trovato ! I posti in cui siamo andati e le persone che ci hanno accolti li portiamo davvero nel cuore! Inoltre, anche chi ha un budget limitato come noi riesce a fare dei viaggi che altrimenti non potrebbe fare.

Alla ricerca di nuovi incontri!

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Max rimarrà senza lavoro dal prossimo gennaio e abbiamo intenzione, al ritorno del nostro viaggio in Brasile, di ripartire per qualche mese in camper. I bimbi sono molto entusiasti e stiamo preparando il nostro itinerario. A proposito, non vi ho ancora mai fatto vedere il giro che abbiamo fatto intorno all’Italia, eccolo:

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Viaggeremo di nuovo facendo i volontari in cambio di cibo. Per questo abbiamo già iniziato a sistemare Jatobá, il nostro camper. Abbiamo fatto alcuni lavori interni, abbiamo sistemato l’impianto elettrico, dipinto, cambiato una tenda, aggiunto delle mensole negli armadi, tutto con materiale di recupero ovviamente. Siccome Jatobá è un 7 posti ma è piuttosto piccolo e manca il settimo letto, abbiamo preso un’amaca per Sofia. Tutti stanno crescendo e questo ci permetterà di stare più comodi. Vorremmo fare anche qualche modifica al bagno ma ve ne riparlerò a lavoro ultimato.

Tre giorni fa, sono usciti due articoli su di noi. Uno sul blog di Roberto e Maddalena che si chiama In viaggio con Ermanno. Andate a curiosare, hanno appena fatto un viaggio in Canada con il loro minivan fiat 238 del 1980 camperizzato e stanno lavorando ad un documentario per raccontarci la loro esperienza. Il loro blog è iniziato così. Rispondere alle loro domande è stato piacevole e divertente perché sono molto simili a noi. È stato come incontrare degli amici, che capiscono esattamente quello che provi e il perché delle tue folli scelte… Ecco quello che è venuto fuori dalla nostra “chiacchierata”. Grazie a loro siamo ora in contatto con molti altri viaggiatori e camperisti, alcuni di loro fulltimers. Speriamo di riuscire ad incontrarli presto!

L’altro articolo è venuto fuori su un giornale che si chiama Italia che cambia. Usando le  parole presenti sul sito, è un giornale che “vuole creare strumenti che mettano insieme tutti gli attori silenziosi di quell’Italia che esiste ma che attualmente è invisibile dall’esterno, perché ignorata dai mass media, vuole raccontare e rappresentare quei milioni di cittadini fino ad oggi esclusi dai circuiti informativi, offrendogli allo stesso tempo una serie di servizi fondamentali alla valorizzazione e alla messa in rete delle loro azioni, in modo che tutti possano navigare in maniera facile e completa in questi mondi e usare i servizi intrecciati di tutte queste realtà: spostarsi per il paese in modo sostenibile, fare acquisti in maniera consapevole, apprendere tecniche di autoproduzione, vendere o scambiare beni e servizi con chi ha la vostra stessa sensibilità.” Insomma, è un giornale che condivide stili di vita diversi, che aiuta le persone a conoscersi, ad incontrarsi e a collaborare. L’intervista ci è stata fatta da Ezio Maisto, l’abbiamo fatta per telefono, non è stato così facile raccontarsi perché sono anni di vita, avevamo paura di non apparire per quello che siamo ma Ezio è stato davvero molto professionale e umano, ci siamo sentiti varie volte e siamo felici dell’articolo che ha scritto. Grazie a lui e al giornale, varie famiglie si sono messe in contatto con noi, cercheremo nei prossimi mesi di incontrarci con alcune di loro.

Queste due interviste sono state molto importanti per noi, prima di tutto perché partono da più lontano rispetto al nostro blog, dalla nostra partenza per il Brasile che è un pò il vero inizio della nostra avventura. Poi perché quando vivi al di fuori della “normalità”, quello che ti manca più spesso è il contatto con persone e famiglie simili. Chissà che dall’incontro con qualcuna di queste famiglie possa nascere qualche bel progetto!

I miei lavori con il Fimo

Ho iniziato a lavorare il Fimo a gennaio. Per chi non lo conosce è una pasta polimerica con cui si possono modellare moltissime cose e fare collane, orecchini, portachiavi. Gli oggetti vanno modellati e poi cotti nel forno. Tempo fa avevo visto per caso un video in cui veniva realizzata una tortina in Fimo e mi era piaciuta molto. Ho chiesto a mia mamma se me lo poteva comprare e cosí ho iniziato. Seguo dei tutorial su youtube per imparare e mi piace un sacco, ho giá realizzato varie cose che vorrei vendere nei mercatini qui o quando torneremo in Brasile. I soldi ricavati andranno nel nostro salvadanaio dei viaggi (abbiamo un salvadanaio in cui mettiamo le monete che avanzano dalla spesa o soldi che arrivano dalla vendita delle pietre che abbiamo portato da Brasile, questi soldi serviranno per i nostri prossimi viaggi). Quando faccio il fimo non sono mai sola c’é sempre Sofia che adora farlo insieme a me. Tutti i giorni faccio qualche oggetto perché vorrei farne tantissimi prima di tornare in Brasile, dove è più facile vendere artigianato.

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Ieri sono stata invitata all’Oratorio di Pettinengo per insegnare ad utilizzare il fimo ad alcuni bambini. Ognuno di loro ha creato un oggetto che diventerà un portachiavi che regaleranno al loro papà per la festa del papà.

Alice

Genuino Clandestino

Wow… sono più di due mesi che non scrivo… questo periodo infatti non è stato dei più facili… come sapete ci siamo fermati a Civitella San Paolo, siamo legati fino a giugno ad una casa che abbiamo affittato e, siccome il cambio non è dei migliori, l’affitto che ci arriva dal Brasile non basta… è vero che compriamo tutto di seconda mano, è vero che ci accontentiamo ma siamo sempre in sette e quindi in qualche modo dobbiamo integrare. Il volontariato va bene se incontri le persone giuste ma non sempre le cose vanno nel verso che si pensava. Morale, siamo in cerca di lavoro… Max ha anche fatto una prova come cameriere, alla nostra età e con il nostro percorso, non è così semplice ritrovare una collocazione. Inoltre, rispetto ad anni fa quando lavoravamo come camerieri durante gli studi, le cose sono molto cambiate. C’è un generale sfruttamento di moltissime persone straniere che purtroppo non hanno altra scelta e accettano stipendi molto bassi quindi ci ritroviamo a distanza di 20 anni, con un costo della vita decisamente molto più alto, a dover accettare stipendi che allora non avremmo nemmeno preso in considerazione! Queste poche righe per aggiornarvi ma non è questo che vi volevo raccontare… Vi volevo parlare dei bellissimi giorni che abbiamo passato assieme ad una comunità in lotta per l’autodeterminazione e la sovranità alimentare, Genuino Clandestino. C’è stato lo scorso fine settimana l’incontro nazionale a Terni.

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Ve ne avevo già parlato perché Giulia e Lucio, quella coppia della Casetta Gialla https://www.facebook.com/lacasettagialla/?fref=ts che abbiamo aiutato a luglio per la mietitura a mano, ne fanno parte. Ecco il sito della comunità  http://genuinoclandestino.it/  Dateci un’occhiata perché, vi assicuro, ne vale la pena. Abbiamo incontrato molte persone… molta gente libera… tutti in lotta… contadini, coppie, famiglie… tutti con un’idea in comune… Essere liberi di vendere i propri prodotti che sono genuini, biologici non certificati, fatti a mano, con amore, senza sfruttamenti… Non siamo riusciti ad arrivare il primo giorno ma siamo arrivati sabato. Abbiamo preso parte ai tavoli tecnici del pomeriggio, in particolare a quello dei trasformati, dove abbiamo imparato un sacco di cose sul modo di conservare gli alimenti sotto vetro, dalla marmellata, ai sott’oli, a varie altre conserve. Quello che ci ha colpiti di più e che è stato confermato dai dibattiti serali è stata l’armonia… Tanti parlano, tanti hanno idee, tanti condividono esperienze e saperi ma nessuno vuole prevaricare, nessuno parla sopra l’altro, nessuno è meglio o si sente meglio di un altro. È davvero una comunità… Si aiutano visto che la cena di sabato sera aveva un piccolo costo il cui ricavato è stato dato a delle persone che dovevano pagare delle spese legali per uno sfratto, cantano e fanno musica tutti insieme, i bambini di tutti sono benvoluti e sono lasciati liberi, i cani pure… Insomma, è un gruppo meraviglioso di persone che siamo davvero felici di aver conosciuto. Ci siamo sentiti bene, i nostri bimbi hanno legato tutti con altri bimbi, si sono sentiti un pò meno marziani 😀 Purtroppo non abbiamo foto della serata di sabato in cui Sofia ha potuto suonare con i grandi perché il nostro fotografo Tommi affrontava una grande sfida a calciobalilla!!

La domenica è stata la giornata del mercato. Un mercato fantastico a cui hanno partecipato anche Alice, Asia e Sofia con i loro lavoretti e in cui vi assicuro noi che non abbiamo tante risorse in questo momento abbiamo potuto comprare… pomodori e pomodorini, finocchi, pomodori secchi, nocciole, mandorle, fagioli, farina di grani antichi, vino, birra… tutto a prezzi veramente alla portata di chi vuole mangiare bio e sano senza ingrassare le grandi aziende e quel sistema che costringe alla certificazione che alla fine viene pagata dal consumatore! Quello che ci ha colpito è vedere quanta poca partecipazione ci fosse da persone esterne… ed è una cosa che non riusciamo molto a capire, perché le persone non sono attirate? I prezzi sono giusti, i prodotti ottimi… è davvero incomprensibile per noi.

Abbiamo conosciuto tante persone, tante storie… una famiglia in particolare ci è restata nel cuore… credo una delle ultime famiglie che fa le scarpe a mano… Loro sono Elena e Gigi, hanno 2 figli che ovviamente i nostri figli devono rivedere appena possibile!! Fanno scarpe davvero bellissime, eccovi il loro sito http://www.marruca.com/  Date un’occhiata anche a questo, sono davvero degli artisti.

 

Oltre al mercato, ancora tanta musica, giocolieri, teatro, un mago e la possibilità per i bimbi di pigiare l’uva con i piedi e di berne il succo… Il prossimo appuntamento è a Bologna ad aprile e noi sicuramente ci saremo! Grazie a tutti davvero ❤

 

 

Sicilia

Oggi ci sembra un sogno!! Siamo collegati alla corrente!! Non che ci mancasse, si vive benissimo anche con quel poco di energia che ci dà la batteria del camper…ma per collegarci col computer e per poter scrivere e raccontare il nostro viaggio, abbiamo bisogno di un aiuto in più. Siamo ora a Termini Imerese in provincia di Palermo, dedicherò un post a questo paese che ci sta accogliendo in modo davvero speciale. Siamo stati invitati qui da Liborio Galbo che conosciamo da un bel pò virtualmente, lui è coordinatore della Banca del Tempo Himerense e ci ha messo in contatto con moltissime persone fantastiche. Vi ho anticipato questo per spiegarvi che oggi siamo collegati alla corrente grazie ad una socia simpaticissima di Liborio, si chiama Anna e lei e il marito lavorano sul Belvedere di Termini dove hanno delle giostre per bambini, non vi dico che fortuna anche per i nostri bimbi 😀 Grazie davvero Anna!

La nostra avventura siciliana è ovviamente iniziata dall’attraversata dello Stretto… in una bellissima giornata di sole.

 

La prima tappa è stata a Capo d’Orlando all’Earth Day, una bellissima manifestazione di 3 giorni organizzata da Francesca Molica. Durante i 3 giorni, siamo stati ospitati col nostro camper presso l’Agricampeggio Alessandra, siamo stati benissimo e lo raccomandiamo ai camperisti, ecco il sito http://www.agricampeggioalessandra.it/ Grazie di cuore ad Alessandra che ci ha accolti!! Durante l’Earth Day, abbiamo conosciuto un sacco di gente fantastica, abbiamo avuto spazio per parlare della nostra esperienza di unschooling assieme ad un’altra famiglia (Maria Grazia con Agnese e Cristiano) per far conoscere questo modo di crescere i propri figli (grazie mille anche a Alessia Micale!!), Alice e Tommaso hanno potuto esporre i loro lavori, Asia ha potuto aiutare Francesca e vari volontari in cucina e ha così imparato un sacco di ricette vegane, Mattia e Sofia hanno trovato molti amichetti e hanno giocato e giocato e giocato!! C’erano vari agricoltori biologici, chi fa l’olio (buonissimo l’olio della Masseria Biologica), chi pianta, abbiamo scambiato semi, abbiamo visto una dimostrazione di Francesca Cicero su come fare il sapone in casa, c’erano pure vari artisti, cantanti, comici… non siamo riusciti a vedere tutto ma quello che abbiamo visto ci è piaciuto davvero tanto! Grazie davvero a tutti…

 

Il 25 aprile, siamo tornati leggermente verso Messina, a Capo di Milazzo per incontrarci nuovamente con Maria Grazia, Agnese e Cristiano alla festa della Primavera presso Gigliopoli dove un’associazione di persone fantastiche fa un lavoro davvero incredibile per aiutare bambini in difficoltà. Ecco il loro sito se avete voglia di darci un’occhiata https://gigliopoli.org/. Ci è stato proposto di andare ad aiutare come volontari nei mesi di luglio e agosto…è presto per decidere ma l’idea ci piace e chissà…

 

 

Come viviamo o sopravviviamo in camper :-)

È ormai un mese che viviamo in camper e ora vi posso raccontare un pò come sta andando. Siamo partiti da Milano e ci troviamo ora a Sava (TA) per qualche giorno a casa dei genitori di Max…abbiamo fatto per ora circa 1500 km…

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Prima di tutto, devo dire che questa nuova vita ci piace un sacco! Siamo stretti, dobbiamo razionare l’acqua e l’energia ma, in realtà, è tutta una questione di abitudine. Ci sentiamo molto molto liberi! Ci svegliamo la mattina senza sveglia, ogni giorno in un posto diverso, ogni giorno con rumori diversi, ogni giorno con sensazioni diverse ma pieni di energia e di buon umore!

La colazione e la cena, per ora, le facciamo dentro “casa” visto che fa ancora freschino…questo significa che, per problemi di spazio, devono mangiare prima i bimbi e poi noi 😀

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Il pranzo invece lo riusciamo a fare tutti insieme sul nostro tavolo da giardino!

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La mattina, la prima mossa è smontare il nostro letto per poter far colazione!! Questo perché il nostro letto diventa il tavolo, quindi o si mangia o si dorme…noi perdiamo la nostra camera da letto durante il giorno!! Il letto sopra il posto di guida è delle 3 bimbe e il letto a castello è dei maschietti. Ognuno dei bimbi ha a disposizione una piccola valigia per tenerci le proprie cose…sotto una delle panche, c’è un vano che abbiamo riempito con una parte dei nostri libri (l’altra parte è rimasta per ora a casa del fratello di Max), ognuno ha deciso quali libri erano importanti adesso… Ognuno ha poi un piccolo vano per i propri vestiti… anche qui si sono dovute fare delle scelte perché lo spazio è contato e quello che ci sta, ci sta! Sotto il lavello e i fuochi, mi sono rimasti 2 armadietti in cui fare entrare tutto quello che riguarda la cucina, piatti bicchieri posate pentole…il minimo indispensabile… sembra difficile ma poi ci si rende conto che quello che serve veramente è proprio il minimo indispensabile!

Lavare i piatti e cucinare non è così difficile ma si deve imparare a fare tutto in pochissimo spazio e usando meno acqua possibile… Per chi non avesse esperienza di vita in camper, vorrei spiegare meglio questo concetto. Abbiamo un serbatoio dell’acqua che riempiamo nelle apposite aree di servizio per camper. L’acqua dopo essere stata utilizzata va a finire negli appositi contenitori, uno delle acque chiare e uno delle acque nere. Anche questi contenitori vanno svuotati nelle apposite aree. Tutto questo è un sottile equilibrio specialmente quando si viaggia con un budget limitato come il nostro. Molte aree di servizio sono gratuite ma molte altre sono a pagamento. Cerchiamo sempre di fare bene i conti per trovare l’area gratuita al momento giusto. Chiaramente, viaggiando in 7, abbiamo bisogno di caricare e scaricare al massimo ogni 2 giorni.

Il frigo è piccolo e quindi compriamo poco per volta…metà dello spazio è occupato dalla mia pasta madre!! Comunque sono felice perché sono già riuscita a rinfrescare più volte e a regalare a chi la  voleva.

In bagno, bisogna essere ben organizzati, o ti serve il water o ti serve il lavandino!! Il lavandino è a scomparsa ma se c’è, non ci si può sedere sul water 🙂 Comunque credevo sarebbe stato più difficile, specialmente per i piccoli, invece anche per questo è tutta una questione di abitudine. Per il bucato, per ora che ci muoviamo abbastanza, ci appoggiamo alle lavanderie a gettoni… essendo in 7, ogni 3-4 giorni tocca fare la sosta tecnica!

Che altro dire, sicuramente che tutto è più facile per noi quando c’è il sole e fa più caldino… abbiamo già tutti quanti fatto qualche giorno di febbre tosse e naso che cola…meno male è stato scaglionato e speriamo che basti!! Il ritorno in Europa è sempre così, già lo sapevamo, ma sicuramente tutto si complica vivendo in uno spazio così ristretto… Se c’è il sole ovviamente tutti hanno più spazio vitale visto che si può stare anche fuori!!

Per quanto riguarda Jatobà, il nostro camper, possiamo ritenerci fortunati! Ha 34 anni, fa fatica a fare le salite, non fa più di 70 – 80 km/ora ma ci siamo già super affezionati! Non ci poteva andare meglio!! La prossima settimana si riparte, dobbiamo farci un altro pò di Puglia, poi Matera e la Sicilia!

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I nostri giorni a Trieste

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Trieste….ci abbiamo passato solo due giorni perché gli appuntamenti sono tanti ma sono stati due giorni bellissimi… Trieste ci è rimasta nel cuore… Io ci ho vissuto ben 14 anni, dall’università in poi…. e Max ci ha vissuto 7 anni, quasi tutti con me 🙂

Lí, ci siamo incontrati, ci siamo innamorati, ci siamo sposati e sono nati i nostri primi 3 figli…quindi era davvero una meta importante!

Non si poteva vedere tutto e quindi abbiamo dovuto fare delle scelte, ci siamo fatti una bella passaggiata a Barcola fino al Castello di Miramare che abbiamo visitato. I bimbi sono stati bravissimi, hanno camminato più di 6 km tra l’andata e il ritorno! Poi abbiamo preso il trenino che dal centro arriva fino ad Opicina e abbiamo passeggiato sulla Napoleonica, una camminata bellissima che arriva fino a Prosecco…Un’altra passaggiata bella impegnativa ma che tutti hanno fatto con piacere. Tutto questo condito da una leggera bora!!

L’unica nota negativa è stato il momento della partenza…siccome ancora non vi ho detto niente sulla nostra vita nel camper, ve ne parlerò in un altro post ma devo ora essere sincera…non abbiamo nessuna esperienza!! Inoltre, non abbiamo incontrato la persona che ce l’ha venduto visto che è andato mio cognato a prendercelo a Macerata… quindi ci siamo persi le sue spiegazioni e molte cose le stiamo scoprendo giorno per giorno…poi, tutto sta succedendo molto in fretta per ora e non ci siamo messi molto d’impegno a capire bene ogni cosa…Ci sono delle cose da rispettare per riuscire a vivere bene in camper, una di queste è non consumare tutta l’energia delle batterie 😀 Per farvela breve, ci siamo cullati del fatto che le batterie si sarebbero ricaricate col fotovoltaico che c’è sul tetto del camper ma…non è stato così…o meglio la carica non bastava a riaccendere il motore per ripartire!! In quel momento ci siamo resi conto dell’importanza di fermarsi un attimo per imparare…abbiamo scoperto che nel camper non c’era una batteria da camper ma da macchina e quindi non abbastanza potente…alla fine, visti i progetti di viaggiare un bel tempo, abbiamo optato per comprare la batteria giusta…abbiamo investito un importo equivalente al budget di 5 giorni di viaggio 😦 ma recupereremo lavorando!!

Il mio artigianato

IMG_0101[2]A noi piace molto fare artigianato. Quando i miei genitori vendevano i loro liquori e le loro marmellate in piazza a São Thomé das Letras, là vicino c’erano vari hippies che vivono vendendo il loro artigianato e abbiamo imparato con loro moltissime cose. Uno di loro, Cabelinho, ci ha anche regalato molti fili di cotone e di metallo per fare braccialetti. Poi, poco tempo fa, è venuta qui una volontaria, Cláudia, che sa fare molte cose col filo e col feltro. Ci ha insegnato a fare braccialetti, collane, portachiavi, gochi, portamonete di feltro e tante altre cose. Dopo qualque giorno, ho deciso de comprare alcuni gomitoli di filo per fare anch’io artigianato. Da quando Claudia è andata via io e gli altri ci siamo messi a lavorare un sacco. Un giorno poi che siamo saliti a São Thomé, siamo passati da un nostro amico che ci ha regalato molte pietre. Qui viviamo nella regione brasiliana delle miniere, Minas Gerais, e ci sono moltissime pietre di tutti i tipi e colori. Siccome non sapevamo ancora fare collane con le pietre, abbiamo chiesto ad Alessandro di insegnarcelo. Lui e Tatiana hanno comprato la nostra Kombi e affitterano la nostra casa. Vorremmo vendere il nostro artigianato per poter viaggiare. Nel nostro percorso venderemo i nostri lavori e con i soldi che guadagneremo potremo andare al ristorante o pagare la benzina !! 🙂

Alice