Ieri Mattia e Sofia hanno fatto un fuoco e hanno cucinato le prime zucchine del loro orto. Siamo qui da un mesetto e, partendo dai semi, stiamo già mangiando i nostri ortaggi! Ma non è di questo che vi volevo scrivere, vedendoli ieri sera grigliare le loro verdure, mi è tornata alla mente un’esperienza tosta che abbiamo fatto 4 anni fa in Brasile e che è una parte importante del percorso che ci ha portati a vivere come viviamo oggi.
Quattro anni fa abitavamo ancora a Natal nel Nordest del Brasile ma eravamo alla ricerca di una comunità a cui aggregarci soprattutto per riuscire a produrre il nostro cibo. Facevamo già l’orto, alcune cose le compravamo dai contadini vicino a casa ma non ci bastava più. Il problema cibo per noi era veramente grande, era troppo difficile comprare veri alimenti! Una sera, scrissi su google ecovilas no Brasil… e la prima cosa che mi apparse fu São Thomé das Letras che è il posto dove ci saremmo poi trasferiti. Un ragazzo, Cássio, cercava altre persone per creare un ecovillaggio. Gli scrissi e ci trovammo molto in sintonia. Il suo percorso era diverso dal nostro ma avevamo moltissime cose in comune, lui era di São Paulo, anche lui laureato, spinto dalla famiglia ad una vita lontana dalle sue aspirazioni. Aveva passato 5 anni in Giappone a fare una vita stressantissima e aveva deciso di dire basta. Aveva comprato un terreno in cui piantava in vista di creare una foresta alimentare, aveva scavato varie vasche in cui raccogliere l’acqua piovana e credevo ci vivesse con moglie e figlio. Anche se distava 2800 km da Natal, decidemmo di andarli a trovare per vedere se ci piaceva la zona.
Se ci leggete da un pò avrete già capito che le nostre decisioni sono spesso colpi di testa! Cássio era abituato ad accogliere volontari, è grazie a lui che abbiamo conosciuto workaway, e ci disse che potevamo appoggiarci da lui, nel suo terreno, bastava che avessimo le tende. Così tempo di organizzare il nostro lavoro (ancora era aperto il nostro negozio in Bahia e producevamo marmellate, liquori e sali aromatizzati), di comprare qualche coperta visto che era giugno cioè inverno e le notti potevano essere freddine, facemmo i bagagli e partimmo. Il viaggio durò 3 giorni e dormimmo in tenda lungo la strada. Fu un’avventura ma la vera avventura iniziò in realtà arrivati a São Thomé!
Scoprimmo che Cássio e famiglia abitavano in paese e non in quel terreno. Dalle foto che avevo visto c’erano costruzioni ma erano in paglia e bambù, non erano abitazioni. Non mi era proprio passato per la mente di chiedergli se ci viveva perché per me era ovvio! In quel terreno, non c’era luce, non c’era acqua corrente e il bagno secco era in costruzione! Appena lo scoprii, rimasi senza parole… Dopo 3 giorni di viaggio, con la nostra cagnolina a seguito, avevamo tutti un gran bisogno di una bella doccia. Erano le 5 di pomeriggio, il sole stava già calando, il freddo della notte stava già arrivando (nel periodo invernale in quella zona, le giornate sono calde ma di notte si arriva anche a 5°) e avevamo le due tende da montare prima che facesse buio. Cássio ci mostrò dove erano le 2 pentole, i 3 piatti e le poche posate, dove fare il fuoco per cucinare, come filtrare l’acqua del ruscello per poterla bere e dove erano le zappe da usare per andare in bagno 😀 Massimo che è la mia tranquillità mi disse “accampiamoci, riposiamoci e poi decidiamo cosa fare!” Effettivamente era la cosa più sensata in quel momento.
Appena se ne andò Cássio, ci organizzammo. Accendemmo il fuoco per avere luce e calore e scendemmo al ruscello a riempire dei secchi per poterci lavare. Montammo le due tende e passammo la nostra prima serata into the wild. Alla fine ci rimanemmo quasi un mese, lavandoci nel ruscello o nei secchi, facendoci anche il bucato ovviamente tutto con sapone naturale, senza connessione, con il paese lontano 14 km di strada sterrata… e l’unico brutto ricordo che abbiamo è il freddo che abbiamo patito le prime notti. Arrivando dal Nordest del Brasile, non avevamo i vestiti adeguati alle temperature notturne di São Thomé. Le coperte che avevamo comprato erano davvero molto sottili. Ma questo problema si risolse in fretta perché trovammo un negozietto che vendeva vestiti di seconda mano e comprammo qualche maglione per ciascuno!
Qui di seguito vi posto alcune foto di allora, Tommi ancora non era il nostro fotografo e quindi non sono di qualità. Ma sono bellissimi ricordi di un’esperienza che consiglierei a tutti. Provare a vivere senza comodità… spesso ci lamentiamo perché ci manca questo o ci manca quello. In Brasile moltissima gente vive così per tutta la vita. Noi ne abbiamo conosciuti tanti, gente che non ha la corrente, gente che non si potrà mai permettere un frigo o una lavatrice, ma anche un letto. Non ci rendiamo conto che anche chi ha poco in Occidente ha moltissimo rispetto al resto del mondo. Così ora, riusciamo ad apprezzare tutto quello che abbiamo. Sono tanti anni che abbiamo iniziato a ridurre i nostri bisogni e le nostre cose ma quell’esperienza ha dato una bella accelerata questo nostro percorso!